Gay & Bisex
Carla
di marco191963
15.06.2022 |
11.780 |
6
"Per togliermi dall’imbarazzo mi alzai e tutto nudo mi tuffai in mare..."
Con Carla stavamo tranquillamente passeggiando lungo il corso quando sentimmo una voce alle nostre spalle che chiamava Carla.Istintivamente ci girammo e mi ritrovai difronte l’unica persona che non avrei mai voluto incontrare nella mia vita.
Ci fermammo e lui avvicinatosi a noi salutò Carla con baci sulle guance e solo successivamente mi salutò con caldo ciao.
In quel momento provavo tanta vergogna dal voler scomparire.
La mia mente era offuscata e pensavo a quello che sarebbe potuto succedere da lì a poco.
Ma per capire il dramma che stavo vivendo penso che sia giusto fare un salto nel passato.
Era una domenica mattina che, come era mio solito fare, mi ero recato sugli scogli del porticciolo a prendere il sole.
Dopo aver trovato un grande masso, approfittando che era ben nascosto, stesi a terra il telo da mare e dopo essermi ricoperto di crema abbronzante mi sdraiai a pancia giù.
Per stare più rilassato avevo messo alle orecchie le cuffie per ascoltare musica.
In quel clima così rilassante, avevo approfittato per tirarmi su gli slip del costume lasciando i glutei, alti, sodi e depilati per avere un’abbronzatura perfetta.
Talmente rilassato, mi addormentai non accorgendomi della presenza di un uomo al mio fianco.
All’improvviso sentii le dita di una mano che scorrevano lungo la schiena.
Pensando ad un sogno piacevole mi rilassai ancora di più.
Poi capii che c’era la presenza di qualcuno perché quelle dita arrivarono ai glutei e li accarezzava divinamente
Aprendo gli occhi e voltando la testa vidi al mio fianco un uomo.
Rimasi perplesso e non sapevo se farlo smettere o far finta di dormine. Alla fine chiudendo gli occhi decisi di lasciarlo continuare.
Presto le mani sul mio corpo diventarono due e lui accorgendosi che mi stava procurando piacere, andò avanti spostando prima il costume facendolo diventare un perizoma, per poi farlo scorrere verso il basso fino a farlo scivolare completamente ed a togliermelo.
Ero completamente nudo e con il cazzo a mille.
Una situazione del genere l’avevo già vissuta a sedici anni ma adesso era tutta un’altra cosa.
Mi fece allargare le gambe e incominciò giocare con la rosellina che spuntava dai miei promotori.
Provavo tanto piacere che, anche se non parlavo, l’incoraggiavo ad andare avanti e di non smettere.
Non passò molto tempo che me lo ritrovai sopra di me facendo scorrere il cazzo tra i glutei cercando la posizione ideale per penetrarmi.
Subito mi resi conto di avere a che fare con un cazzo fuori dal normale e ciò mi faceva tremare dalla paura.
Quando le sue labbra sfioravano il mio collo e la lingua stuzzicava l’orecchio capii che mi trovavo difronte ad una persona che sapeva molto bene il fatto suo.
Orami il cazzo era arrivato alla meta ed incominciò a spingere per entrare dentro di me. Anche se non era dentro incominciai a provare un dolore enorme, mi sentivo aprire in due.
Con tanta pazienza giocò molto con la mia rosellina prima di spingere il cazzo dentro.
Di colpo avvertii un dolore immane, mi sentivo di morire dal forte dolore, ma lui avendo trovato la strada pensava di percorrerla fino in fondo. Una volta che la cappella era tutta dentro incominciò ad agitarsi.
Anche il dolore era lacerante non volevo che smettesse e stringevo i denti per farlo entrare tutto. Lentamente entrava e si fermava e s mi diceva:
“Tira un grosso respiro e poi espelli tutta l’aria accumulata.”
Appena fatto ciò il suo cazzo entrò come un treno.
Mi sentivo morire dal forte dolore ma si stava realizzando il mio sogno. Da sempre avrei voluto essere sverginato da un grosso cazzo.
Aumentava il ritmo sempre di più ed io godevo come non mai. Il tempo che passò dentro di me fu tanto, ma non abbastanza da saziarmi completamente.
All’improvviso si irrigidì ed incominciò a svuotarsi dentro di me. Mi sembrava un fiume in piena che non smetteva mai di inondarmi. Adoravo quella tanta sborra.
Una volta sazio, si alzò per ripulirsi.
Per togliermi dall’imbarazzo mi alzai e tutto nudo mi tuffai in mare.
Mentre rifrescavo il mio povero culetto da tanto dolore provato e ripulirmi della sua sborra lo vidi rivestirsi e salutandomi con una mano andò via.
Da quel giorno non l’avevo mai più incontrato ed adesso me lo ritrovavo difronte che parlava tranquillamente con Carla.
Fu Carla a dirmi che quell’uomo, che si chiamava Stefano, aveva un negozio di gioielleria nel quartiere dove abitavamo diversi anni prima e che lei si fermava spesso a prendere il caffè in sua compagnia.
Stefano si comportò da gran signore nei confronti perché non mi mise mai in difficoltà e mi raccontava della bella persona che avevo al mio fianco perché nonostante ci avesse provato lei si era sempre ritratta adducendo che non mi avrebbe mai tradito.
Quando ci lasciammo Stefano ci invitò a cena per la sera successiva e vedendo Carla che era contenta accettai fissando l’appuntamento sotto casa per le vent’uno.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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